Riscoprire Correggio: l'opera riemersa e i festeggiamenti per i 500 anni
Parma, una città intrisa di storia e arte, ha recentemente vissuto un evento straordinario che ha riportato alla luce una parte del suo patrimonio culturale dimenticato. Un affresco del Cinquecento, nascosto per secoli dietro un muro della Cattedrale, è riemerso, consentendo ai visitatori di scoprire un pezzo significativo della storia artistica locale. Questo ritrovamento non solo arricchisce l’offerta culturale di Parma, ma coincide anche con i festeggiamenti per i 500 anni dalla nascita di Antonio Allegri, noto come Correggio, uno dei più grandi pittori del Rinascimento italiano.
Il ritrovamento è avvenuto nel 2003, durante i lavori di restauro della cripta della Cattedrale. Gli operai, mentre cercavano di creare un vano tecnico, hanno notato che una parete “suonava strano”, suggerendo che non fosse piena. Carlo Mambriani, docente di storia dell’architettura e fabbriciere, racconta come un’analisi più approfondita abbia portato nel 2015 a una breccia che ha rivelato due piedini bianchi, segno di una presenza artistica nascosta. Gli archivi storici, però, non avevano fornito alcuna indicazione sul fatto che quel muro potesse nascondere un’opera d’arte. Nicola Bianchi, presidente della Fabbriceria della Cattedrale, ha spiegato che nel 1578, durante un sopralluogo, il vescovo di Rimini non aveva notato nulla di particolare in quel punto.
Dopo anni di lavoro e con il sostegno della famiglia Bormioli, gli esperti di Arké Restauri hanno iniziato a rimuovere con cautela le sovrastrutture che coprivano l’affresco. Quello che è emerso è un dipinto tardo quattrocentesco, composto da una Madonna delle Grazie e due scene che rievocano la storia biblica. Una parte del dipinto è stata realizzata con la tecnica a fresco, mentre altre porzioni mostrano una tecnica a secco simile a quella utilizzata da Leonardo nel Cenacolo di Milano. L’affresco ritrovato ha destato l’interesse di molti, poiché rappresenta una scena di grande valore religioso e artistico.
Le ragioni per cui questo dipinto è stato “murato vivo” rimangono avvolte nel mistero. Secondo gli esperti, una possibile spiegazione è legata al cambiamento delle influenze artistiche tra Milano e Roma, che potrebbe aver reso l’opera obsoleta per il gusto del tempo. Altre ipotesi suggeriscono che le scene complesse del dipinto potessero cozzare con la sensibilità dell’epoca. Tuttavia, è chiaro che l’opera era molto apprezzata, come dimostrano i numerosi ex voto trovati nei pressi dell’affresco, segno della devozione del popolo.
Tra le ipotesi riguardanti l’autore di quest’opera, spicca il nome di Alessandro Araldi, un artista attivo a Parma nei primi del Cinquecento, noto per aver realizzato importanti pale d’altare e affreschi.
Parallelamente a questo ritrovamento, Parma sta celebrando i 500 anni dalla realizzazione della famosa cupola dipinta da Correggio nella chiesa di San Giovanni. Fino al 2 giugno 2025, una mostra dedicata all’artista è allestita nel monastero di San Giovanni, che collega quattro luoghi iconici della città: la chiesa di San Giovanni, il refettorio del monastero, la camera di San Paolo e il complesso museale della Pilotta. Un biglietto unico consente di visitare questi luoghi, che rappresentano il cuore pulsante della creatività rinascimentale parmigiana.
Il refettorio di San Giovanni ospita un’installazione sorprendente: un fotopiano realizzato dal fotografo Lucio Rossi, che consente di apprezzare in modo tridimensionale i personaggi della cupola di Correggio, rendendo tangibile la magnificenza dell’opera.
Con il ritrovamento dell’affresco e le celebrazioni per Correggio, Parma si conferma come una destinazione imperdibile per gli amanti dell’arte e della storia. Ogni angolo della città, dalle sue chiese storiche ai musei, racconta una storia affascinante che aspetta solo di essere scoperta. La riapertura dell’Antica Spezieria e la mostra dedicata a Correggio offrono ai visitatori una nuova prospettiva su una città che continua a sorprendere e incantare con la sua ricchezza culturale.