In un episodio che ha dell’incredibile, una pensionata di 63 anni residente a Selvazzano Dentro, in provincia di Padova, ha ricevuto una bolletta dell’acqua di ben 22mila euro. Questo importo, che ha lasciato la donna e il marito increduli, coprirebbe i consumi di acqua tra febbraio 2023 e luglio 2024. Ma come è potuto accadere tutto ciò?
La signora, ex dipendente pubblica, ha scoperto di avere un problema grave con il suo impianto idrico solo dopo aver ricevuto la lettera di Etra, la multiutility che gestisce i servizi idrici nella sua zona. Inizialmente, il totale della bolletta ammonterebbe a circa 50mila euro, ma Etra ha applicato una delibera dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) che consente di ridurre l’importo in situazioni particolari.
La scoperta della perdita d’acqua
Il problema principale è che la pensionata non si era accorta di una perdita d’acqua occulta che si era sviluppata nel terreno sotto il capannone industriale che utilizza come magazzino. Questo capannone, ereditato dal padre, si trova in una zona che, a prima vista, sembrava priva di problemi. Tuttavia, sotto il terreno, si è verificata una fuoriuscita d’acqua non visibile e, quindi, impossibile da rilevare per la donna e il marito.
Un ulteriore fattore complicante è rappresentato dalla posizione del contatore dell’acqua. Collocato sotto il marciapiede e coperto da un pesante coperchio di ferro, il contatore è praticamente irraggiungibile senza l’ausilio di strumenti adeguati. Questa situazione ha reso molto difficile per la coppia rendersi conto della perdita, poiché i consumi nel capannone sono sempre stati limitati e non avrebbero mai potuto immaginare una spesa così elevata.
L’intervento dell’Adico
La scoperta della grave situazione è avvenuta solo nel settembre dell’anno scorso, quando la pensionata e il marito sono stati convocati da Etra per discutere della fattura. La coppia è rimasta sbigottita nel venire a conoscenza dell’entità dei consumi, che apparivano del tutto inverosimili rispetto all’utilizzo effettivo dell’acqua nel capannone.
Di fronte a una bolletta così ingente, che equivale a circa 13mila metri cubi di acqua “consumata”, la signora ha deciso di rivolgersi all’Adico, l’associazione di difesa dei consumatori. L’obiettivo è chiaro: annullare una fattura che, a detta della pensionata, è frutto di una situazione non imputabile a una sua negligenza. La signora e il marito non solo contestano l’importo, ma chiedono anche un intervento che possa riconoscere le circostanze eccezionali in cui si è sviluppata la perdita.
Riflessioni sulla gestione delle perdite idriche
Questa vicenda ha sollevato interrogativi più ampi sulla gestione delle perdite idriche e sulla responsabilità delle aziende nel garantire che i contatori siano facilmente accessibili e che i consumatori siano informati in modo tempestivo di eventuali anomalie. La questione è particolarmente rilevante in un periodo in cui la crisi idrica è al centro del dibattito pubblico, e le famiglie sono sempre più sensibili ai costi legati al consumo di acqua.
L’episodio ha aperto anche un’importante discussione sui diritti dei consumatori e sull’adeguatezza delle normative vigenti. Mentre da un lato è fondamentale tutelare le aziende e garantire che le risorse idriche siano gestite in modo efficiente, dall’altro è cruciale proteggere i diritti dei cittadini, in particolare delle persone anziane e vulnerabili che possono trovarsi in situazioni simili.
Inoltre, la questione della manutenzione delle infrastrutture idriche e della trasparenza nelle comunicazioni tra le aziende e i consumatori è diventata sempre più importante. Molti cittadini non sono consapevoli dei propri diritti e, spesso, si trovano a dover affrontare situazioni difficili senza le informazioni necessarie per difendersi.
La coppia di pensionati, dopo aver ricevuto la fattura, ha dovuto affrontare anche la questione del pagamento. Etra ha proposto di suddividere l’importo in rate mensili da 5.500 euro, una soluzione che, come hanno chiarito i pensionati, è ben oltre le loro possibilità economiche. Questa situazione ha messo in evidenza la necessità di un dialogo costruttivo tra le aziende di servizi e i consumatori, affinché si possano trovare soluzioni più sostenibili e giuste in situazioni di emergenza come questa.
Questa storia, quindi, non è solo un caso isolato, ma un campanello d’allarme per molti. Le perdite d’acqua, spesso invisibili, possono avere conseguenze finanziarie devastanti per i cittadini, e la gestione di queste problematiche deve essere affrontata con la massima serietà e responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti.