
Liliana Resinovich, il marito svela: “La verità rimarrà nascosta senza una confessione”
Sono passati tre anni dalla tragica scomparsa di Liliana Resinovich, eppure il mistero che circonda la sua morte sembra non trovare una soluzione. La recente perizia sul corpo di Liliana, condotta da un team di esperti tra cui la nota patologa Cristina Cattaneo, ha riacceso le speranze di chiarire i contorni di una vicenda che ha catturato l’attenzione dell’opinione pubblica italiana. Il Procuratore Federico Frezza di Trieste ha dichiarato che il documento di 200 pagine impone una rivalutazione profonda dell’intero procedimento, con possibili nuovi accertamenti. Dalle prime indiscrezioni, emergerebbe l’ipotesi che Liliana sia stata uccisa da terzi, tramite asfissia, potenzialmente strangolamento.
La vita di Sebastiano Visintin dopo la scomparsa
Sebastiano Visintin, marito di Liliana, vive ormai lontano da Trieste, spostandosi tra Roma e Milano per impegni televisivi con importanti reti come Mediaset e Rai. La sua vita è cambiata radicalmente da quando è iniziata la vicenda, e ora è quasi impossibile per lui muoversi senza che qualcuno lo riconosca. Intervistato telefonicamente, Visintin ha condiviso i suoi pensieri sull’andamento delle indagini e sulla situazione attuale.
Le preoccupazioni di Sebastiano
La questione dello strangolamento è stata al centro delle discussioni recenti. Sebastiano ha dichiarato: “Bisogna vedere con quali elementi si arriva a pensare che sia stata strangolata. Non ho letto la perizia. Aspettiamo che la legga prima la Procura.” Questo approccio attento e cauto è emblematico della sua ricerca della verità, che appare sempre più sfuggente.
Visintin ha espresso preoccupazione per alcuni dettagli inquietanti, come i codici bancari che Liliana aveva mostrato al fratello Sergio e che sono misteriosamente scomparsi. Anche le chiavi di Liliana, che erano state trovate in circostanze sospette, hanno alimentato i dubbi su un possibile intervento esterno. “Forse qualcuno è entrato in casa. Verrà fatta chiarezza,” ha affermato, evidenziando la necessità di comprendere appieno le circostanze della scomparsa della moglie.
La posizione di Sebastiano sul suicidio
Nonostante le speculazioni sul suicidio, Visintin ha sempre mantenuto una posizione ferma, affermando: “Non posso credere al suicidio. Aveva il suo carattere, la sua personalità… non era fragile.” Le voci di un presunto suicidio, emerse anche da testimonianze di amici, sono state categoricamente smentite da Sebastiano, il quale ha dichiarato: “Non è vero. Smentisco assolutamente.” La sua determinazione a difendere la memoria di Liliana è palpabile, e la sua frustrazione per le affermazioni infondate è evidente.
Nuove indagini e interrogativi irrisolti
L’interazione tra Liliana e il suo amante, Claudio, ha sollevato ulteriori interrogativi. Il giorno prima della scomparsa, i due avrebbero avuto una conversazione telefonica di sedici minuti, durante la quale Liliana ha percorso 54 metri in casa, suggerendo un certo stato di agitazione. “Per me lui qualcosa in questa storia c’entra,” ha affermato Visintin, sottolineando le incongruenze nella comunicazione tra i due.
Anche se la polizia ha indagato a fondo, compresi movimenti e celle telefoniche, le domande rimangono. La questione del cordino trovato in cucina, compatibile con quello usato per chiudere i sacchetti intorno alla testa di Liliana, ha suscitato dubbi su eventuali manomissioni. “La questione del cordino è molto complessa,” ha detto Sebastiano, evidenziando la confusione che circonda l’intera vicenda. Anche il fatto che la polizia non lo avesse notato nei primi sopralluoghi ha lasciato interrogativi senza risposta.
“Se finora nessuno ha capito niente, evidentemente qualcosa di strano c’è,” ha commentato con frustrazione. La sua insistenza sulla necessità di prove concrete è chiara: “Bisogna che tutto sia provato, bisogna leggere attentamente tutte le 200 pagine.” Sebastiano ha anche menzionato il dottor Barisani, il suo consulente, che ha evidenziato la presenza di lesioni che potrebbero indicare un intervento di terzi, ma ha sottolineato che potrebbero anche derivare da una caduta accidentale.
La domanda che pesantemente incombe è se la verità su Liliana sarà mai rivelata. “Non verrà mai fuori. A meno che qualcuno non confessi o spieghi,” ha affermato Sebastiano, riflettendo sull’angoscia e l’incertezza che ha accompagnato la sua vita negli ultimi anni. Nonostante il dolore e la perdita, il marito rimane determinato a ottenere risposte. “Ormai Liliana non tornerà più a casa, però voglio sapere la verità,” ha concluso, rivelando una vulnerabilità profonda dietro la sua facciata di resilienza.
La storia di Liliana Resinovich è un doloroso promemoria di quanto possa essere complessa la ricerca della verità in un mondo dove i fatti possono facilmente essere distorti e le voci possono deviare dalla realtà. Sebastiano, nonostante le avversità e le speculazioni, continua a cercare giustizia per la moglie, sperando che un giorno la verità emerga finalmente dall’ombra.