
La testimonianza toccante della moglie di Gianluca, vittima di uno squalo in Egitto
Il 29 dicembre 2022 ha segnato un tragico cambiamento nella vita di Laurence, moglie di Gianluca Di Gioia. Un viaggio in Egitto, atteso con entusiasmo, si è trasformato in un incubo quando Gianluca, un uomo di 48 anni originario di Roma, è stato ucciso da uno squalo mentre praticava snorkeling a Marsa Alam, un luogo famoso per le sue acque cristalline e la ricca fauna marina. Questo evento ha lasciato un vuoto incolmabile nella vita della sua famiglia e ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle aree dedicate a questa attività.
il racconto dell’attacco
In un’intervista al Corriere della Sera, Laurence ha descritto il momento preciso dell’attacco. “Era a meno di due metri e puntava dritto verso Gianluca. Ho cominciato a urlare, gli ho detto di allontanarsi, ma in un attimo lo ha aggredito”. Le parole di Laurence esprimono un dolore profondo e una frustrazione incolmabile, non solo per la perdita del marito, ma anche per la mancanza di aiuto immediato in un momento così critico. Insieme a Gianluca c’era anche la cognata Alessandra, e si trovavano in una zona che doveva essere considerata sicura. Laurence racconta: “Eravamo al di qua delle boe che segnalano le acque più rischiose. Nessuno ci aveva avvertiti del pericolo”.
le conseguenze dell’attacco
L’attacco ha avuto conseguenze devastanti. Gianluca è stato gravemente ferito e, nonostante gli sforzi, non è riuscito a sopravvivere. Anche un altro cittadino italiano, Peppino Frappani, 69 anni di Genivolta (Cremona), è rimasto ferito durante lo stesso incidente. Le immagini di quell’orrendo evento rimarranno impresse nella memoria di chi era presente, ma soprattutto in quella di Laurence, che ha dovuto affrontare la perdita del suo compagno di vita.
Laurence ha descritto la sua disperazione nel cercare aiuto: “Chiedevo disperatamente aiuto, ma non arrivava nessuno. Né un bagnino, né un mezzo di soccorso”. La lentezza delle operazioni di soccorso ha amplificato il suo dolore. “Quando poi sono giunta al pontile, il bagnino l’unica cosa che faceva era soffiare in un fischietto. Quell’inutile fischio ce l’ho ancora in testa e non potrò mai dimenticarlo”. La mancanza di un intervento tempestivo ha sollevato interrogativi sull’efficacia delle misure di sicurezza in vigore in quell’area.
interrogativi sulla sicurezza
Laurence ha raccontato come, nonostante ci fossero due gommoni legati nei pressi, i soccorritori non fossero in grado di trovare le chiavi per avviare i mezzi. “E quando finalmente sono riusciti e hanno riportato Gianluca sul pontile, hanno perso altri dieci minuti prima che arrivasse un mezzo per portarlo in un ambulatorio”. Un ritardo che si è rivelato fatale per Gianluca, lasciando la moglie con un carico di angoscia e rimpianti.
In un momento di riflessione, Laurence ha voluto ricordare il marito: “Gianluca era una persona prudentissima. Grande viaggiatore, cittadino del mondo, rispettoso delle regole e della natura”. Queste parole evocano l’immagine di un uomo che ha dedicato la sua vita a esplorare il mondo, sempre con un occhio attento alle norme di sicurezza e al rispetto per l’ambiente.
la necessità di maggiore sicurezza
La tragedia di Gianluca non è solo un caso isolato, ma mette in luce un problema più ampio: la necessità di garantire la sicurezza dei turisti, in particolare nelle aree marine dove il rischio di attacchi da parte di squali è presente. La mancanza di infrastrutture adeguate e di un sistema di soccorso efficiente può trasformare momenti di svago in situazioni di pericolo mortale.
Laurence ha anche evidenziato la necessità di una maggiore consapevolezza riguardo ai rischi associati all’attività di snorkeling. È fondamentale che le autorità locali e gli operatori turistici adottino misure più rigorose per garantire la sicurezza in mare. La morte di Gianluca, una tragedia che ha colpito non solo la sua famiglia, ma anche la comunità, deve spingere a una riflessione profonda su come affrontare e prevenire simili incidenti in futuro.