Frode milionaria nei surgelati: il processo a Salvatore Vetrano e al suocero di Riina

Un caso di maxi frode nel settore del commercio dei surgelati ha scosso l’imprenditoria italiana, portando alla decisione di rinviare a giudizio Salvatore Vetrano, noto come “il re dei surgelati”, e il suo suocero Pietro Bruno, ritenuto vicino a Cosa Nostra. Il processo si svolgerà presso il Tribunale di Genova a partire dal 7 maggio e coinvolgerà diversi altri imputati in un procedimento complesso e di grande rilevanza.

Le accuse contro Salvatore Vetrano

Salvatore Vetrano, originario di Palermo, è accusato di gravi reati, tra cui:

  1. Associazione per delinquere
  2. Autoriciclaggio
  3. Dichiarazione fraudolenta tramite uso di fatture per operazioni inesistenti
  4. Omesso versamento dell’IVA

Queste accuse sono aggravate dalla transnazionalità delle operazioni, poiché l’associazione operava non solo in Italia, ma anche in Spagna e Portogallo, rivelando una rete di affari illeciti che si estendeva oltre i confini nazionali.

Il profilo di Pietro Bruno

Pietro Bruno, suocero di Vetrano, ha un passato che lo collega a Totò Riina, il noto boss mafioso. Secondo il giudice per le indagini preliminari, Bruno è stato descritto come “reggente della consorteria mafiosa di Capaci/Isola delle Femmine”, parte del mandamento palermitano di San Lorenzo. Le accuse a suo carico includono la ricettazione e la mancata comunicazione della variazione patrimoniale, essendo già detenuto presso il carcere di Marassi.

Scoperte inquietanti e altri imputati

Le indagini hanno rivelato dettagli inquietanti sul patrimonio di Bruno. Tra i beni non dichiarati sono stati trovati:

  • Oltre 125 mila euro in contante
  • Sei orologi di lusso del valore di circa 136 mila euro

Altri nomi noti emergono nel contesto di questo processo. La moglie di Vetrano, Anna Bruno, è tra gli imputati, insieme all’imprenditore ittico genovese Mauro Castellani. Sebastiana Germana ha scelto il rito abbreviato, mentre Giuseppe Licata non andrà a processo per motivi di salute. È importante notare che Salvatore Vetrano è l’unico a cui è stata contestata l’aggravante mafiosa, evidenziando la gravità delle accuse.

Un caso che mette in luce il commercio dei surgelati

Il commercio dei surgelati ha visto un’impennata nella domanda negli ultimi anni, specialmente dopo la pandemia da COVID-19. Questa crescita ha attirato l’attenzione di imprenditori legittimi, ma anche di soggetti con legami mafiosi, pronti a sfruttare la situazione per espandere le loro attività illecite. Il caso di Vetrano rappresenta un chiaro esempio di come le organizzazioni criminali possano infiltrarsi in settori economici legittimi, minando la concorrenza e sfruttando il sistema per arricchirsi.

La decisione del Tribunale di Genova di procedere con il processo segna un passo significativo nella lotta contro le mafie in Italia. La trasparenza e la legalità nel commercio sono fondamentali per garantire un mercato equo e sano. Con l’avvicinarsi della data dell’udienza, l’attenzione mediatica sul caso è destinata a crescere, fungendo da monito per tutti gli imprenditori del settore. La lotta contro la mafia richiede un impegno collettivo e un’attenzione costante per garantire che il mondo degli affari rimanga libero da infiltrazioni illecite.

Nicola Gravina

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